Qualsiasi scuola guida insegna la svolta, difficilmente la curva.
Vi è una differenza di manovra tra le due condizioni ed è prettamente legale. Ma la legge non è scienza e la dinamica del veicolo ha altre necessità.
Sorvolo sulla svolta, che come la fai la fai l’importante è che accosti dal lato giusto e metti la freccia ( 😀 ) e mi concentro sulla curva.
Sino alla scuola guida insegnano a girare il volante, ed è certamente l’azione più diretta ed efficace, ma lasciano molta tolleranza nel decidere quando e con quli altre manovre accompagnare lo sterzo.
Percorrere correttamente una curva significa percorrerla con più sicurezza, con più velocità, con minore usura del mezzo, con minor consumo di carburante. Vediamo quindi cosa fare e cosa non fare, per percorrerla al meglio.
1- Le mani sul volante
E’ forse l’errore più comune. Le mani nella posizione sbagliata costringono a dare discontinuità nella manovra. Costringono ad interrompere la rotazione del volante proprio mentre dobbiamo accompagnarlo dolcemente e avere pienamente sotto controllo la traiettoria del mezzo.
Tutti abbiamo sentito parlare della posizione detta: “nove e un quarto” o anche “tre meno un quarto”. In pratica si tratta di mettere le mani in opposizione sulla linea orizzontale che taglia a metà il volante quando questo è nella posizione di marcia rettilinea.
Prprio come la posizione delle lancette dell’orologio nei due orari suddetti.
Qualche vecchio pilota vi dirà che anche la posizione delel due mono dieci o dieci e dieci è ottima, ma l’ultimo pilota che ho conosciuto a posizionare le mani sul volante in questa posizione è Jean Alesì (non sarò certo io a dirgli che sta sbagliando 😀 ).
2- La traiettoria
Il secondo errore è non curare la traiettoria.
Viaggiare al centro della corsia e seguirla come fosse una rotaia del treno non è proprio la percorrenza ideale.
Infatti, portandosi all’esterno della corsia (carreggiata, dove possibile) e andando a raccordare la traiettoria con il punto più interno della curva a metà del percorso (detto: “punto di corda”) per poi riallargarsi verso l’esterno all’uscita, si ha un raggio di percorrenza più amplio rispeto alla percorrenza puramente geometrica. Il che fa si che ci sia meno angolazione delle ruote e quindi minori attriti e possibilità di percorrere la curva a velocità più sostenuta, in quanto le forze tangenziali agenti sui pneumatici sono inferiori.
Ma esiste un modo ancora più veloce di percorrere una curva: ed è quello di ritardare l’ingresso e di conseguenza il punto di corda.
Si resta larghi anche oltre il punto d’ingresso e si va a chiudere la curva in un punto di corda più spostato verso l’uscita.
E’ vero che questa manovra costringe ad un ingresso a raggio inferiore (quindi più lento) ma si ha un raggio superiore per tutto il resto della percorrenza verso l’uscita, con un più rapido riallineamento delle ruote sterzanti e quindi una maggiore velocità di percorrenza globale.
3- il gioco d’acceleratore
Quando accelerare in una curva?
C’è anche chi non lo fa mai, sino a quando le ruote non sono dritte, oppure percorre la curva a velocità molto bassa in accelerazione costante.
In ingresso ci si porta ad una velocità ideale per la percorrenza, si entra in rilascio a marcia inserita; in questo modo il trasferimento di carico inciderà sulle ruote sterzanti che avranno più direzionalità. Raggiunto il punto di corda si inzia ad accelerare sempre più incisivamente man mano che si raddrizzano le ruote.
Nelle curve amplie, che vengono percorse interamente, o per buona parte, in accelerazione, si dosa l’acceleratore sino a quando il veicolo tende al sottosterzo, a questo punto si solleva leggermente l’acceleratore in modo da trasferire un po’ di carico sulle ruote sterzanti, le quali riceveranno un carico maggiore ed avranno più aderenza al suolo. Dopodichè si ripristinerà l’accelerazione per riprendere velocità.
Si tratta quindi di prendere aderenza e prendere velocità in modo anche ripetuto più volte. Questa tecnica si dice a telegrafo, telegrafare, proprio per il continuo ondeggiamento del pedale dell’acceleratore.
La cosa da non fare assolutamente è quella di rilasciare completamente e affondare completamente il pedale. Questo provoca trasferimenti di carico così elevati da far perdere aderenza alle ruote ed ottenere quindi un risultato esatamente contrario al nostro intento.
+1- La posizione sul sedile
Ultimo, ma infondo non ultimo è la cura della seduta.
Emuli della Formula 1 adorano stare sdraiati all’interno dell’abitacolo della propria auto, ma questa psoizione obbliga ad essere lontani dal volante con una scarsa presa che diventa un nullo controllo nei momenti difficili, come la perdita di aderenza di un asse o una ripresa di traiettoria rapida come per evitare un ostacolo improvviso.
Al contrario, insicuri pseudo saggi del volante si avvicinano al vetro come miopi alla lavagna, impicciandosi i movimenti con i loro stessi arti, ottenendo un risultato pericolosamente uguale a chi si posiziona troppo lontano.
Ma allora qual’è la posizione corretta?
Per prima cosa si posiziona la seduta alla corretta distanza dalla pedaliera. Con la gamba sinistra allungata ma non tesa si deve arrivare a premere sino in fondo il pedale della frizione e a questa misura si posizizona il sedile.
Attenzione! La gamba va appunto allungata ma non tesa, il ginocchio deve fare una piega e non essere totalmente allineato tra il tallone e il bacino.
Questo per far si che, in caso di incidente, la gamba si possa piegare assorbendo così l’urto.
Trovata la posizione della seduta va regolato lo schienale ed eventualmente, dove possibile, il volante in estensione e altezza.
Per trovare la corretta posizione, si porta una mano nella parte alta del volante e lo si afferra con forza. A questo punto si fanno le dovute regolazioni per avere il braccio allungato manon teso e le spalle contro lo schienale.
Anche qui il braccio va leggermente piegato, per lo stesso motivo per cui la gamba non va tesa e le spalle contro allo schienale servono per ancorarci al veicolo.
Infatti, non è al volante che ci si deve aggrappare ma al sedile (ecco perché i sedili sportivi sono avvolgenti) e a tenerci fermi sono le cinture di sicurezza.
E adesso, in marcia e….
Corretta posizione di guida, mani bene sul volante, attenzione alle traiettorie e gas al momento giusto! E come per incanto sarete subito più veloci e più fluidi alla guida.
Lo ZIngaro
Articoli correlati:
Trasferimento di carico e aderenza.