Lo ammetto, sono un eterno bambino sognatore. Ogni tanto mi piace perder tempo a leggere gli annunci di vendita di auto e moto che hanno più di vent’anni.
Facile, un veicolo nuovo ha un prezzo di listino, un veicolo usato, ma recente, ha una quotazione. Dopo i 10 anni vale ancora qualcosa e un “minimo sindacale” lo si può ricavare. Chi acquista oltretutto, può trovare delle interessanti occasioni.
Giunti al primo traguardo di anzianità, i fatidici “vent’anni”, le richieste prendono vie traverse e si perdono nell’infinito labirinto di allegre interpretaizoni.
Leggo abitualmente di venditori che si inventano i più arlecchineschi aggettivi pur di spremere quattrini a sprovveduti acquirenti, arrivando sino all’apoteosi dell’offesa all’intelligenza umana.
Se da una parte abbiamo dei venditori seri e preparati, che riconoscono l’effettivo valore del bene, che lo presentano con correttezza e ad un prezzo in linea con il sensato valore storico/collezionistico, in opposizione abbiamo coloro che preferisco pensare disperati e bisognosi, piuttosto che arroganti o in malafede.
Credo che abbiate compreso dove voglio arrivare: come nel mio precedente “Veicolo vecchio, veicolo storico”, al quale vi rimando e mi ricollego, intendo far salire la bile a tutti coloro che usano determinati termini per “arricchire” l’immagine dell’oggetto messo in vendita.
So che perderò molti lettori del mio blog, ma quello che ho nel cuore lo porto alla bocca (e nel caso specifico alla tastiera), questo mi rende impopolare ma come si dice… “molti nemici, molto onore”
Certo, non sono io a stabilire le regole, ma prima di criticarmi vi prego di venirmi incontro col buon senso (che non è mai il senso sbagliato).
Ci sono dei termini che sovente vengono usati a sproposito negli annunci e traggono in inganno l’eventuale compratore, sopratutto se disinformato o spinto da un innocente entusiasmo ma non accompagnato da sufficiente cultura.
Non intendo mettere in discussione i prezzi di vendita; ogni venditore inserisce il prezzo che più gli aggrada, a regolare il prezzo ci pensa il mercato. Ma intendo focalizzare l’attenzione sulle definizioni e sul significato delle parole.
Ecco alcune delle definizioni usate per caratterizzare il veicolo:
Restaurato
Un veicolo si dice restaurato quando è stato riportato allo stato originario, come appena uscito dal costruttore. Sono benvenuti gli accessori d’epoca e le modifiche che all’epoca erano usuali. Normalmente (non per l’A.S.I.) sono tollerate alcune “correzioni” per aggiornare o migliorare meccanicamente, ma solo lievi ritocchi.
Può essere tollerato l’uso di vernici più moderne, a patto che rispettino il la tonalità del colore. Sappiamo che le batterie vanno sostituite e su questo ci mettiamo il cuore in pace. Alcuni particolari meccanici non in vista possono essere di materiali migliori, eccetera. Ultimo appunto; il restauro conservativo non esiste. O meglio: è una definizione talmente tanto blanda che potrebbe spaziare da un passaggio di cera per carrozzerie a una riverniciatura veloce (senza smontare troppi particolari), da un tagliando approfondito (sostituzione olio cambio/differenziale) al rifacimento parziale dei sedili con tessuti di recupero, e cose simili.
Elaborato
Qui si aprono due strade: l’elaborazione sportiva, che deve essere rigorosamente nei limiti del regolamento nel quale il veicolo è inserito per il periodo di omologazione, o aggiornamenti successivi. Oppure un’elaborazione libera, il cui limite è solo il portafoglio e la volontà di chi ha deciso le modifiche. Di questa categoria fanno parte le elaborazioni stradali, alle quali però bisogna porre una particolare attenzione: infatti, nonostante si dicano “stradali”, non sempre queste modifiche sono tollerate dalle autorità di controllo.
Personalizzato
Dagli adattamenti tecnici a quelli estetici a quelli pratici ho avuto modo di sbizzarrirmi ad osservare come la fantasia (e talvolta la necessità) riesca a trovare soluzioni persino interessanti, ma che difficilmente possono accontentare e soddisfare un’altra persona se portate agli estremi.
Tuning
Voce alquanto discussa. Nella sua essenza significa mettere a punto, sintonizzare, sincronizzare. E’ diventata la moda della personalizzazione estrema, sino a rendere l’origine praticamente irriconoscibile.
Colorazioni vistose, tecnologia all’estremo, sopratutto in relazione agli impianti audio. Interni rivisti in materiale pregiato e le famose porte LSD. Che non sono per allucinati ma è l’acronimo di Lambo Style Doors (porte con apertura in stile Lamborghini, con riferimento al modello Countach e seguenti).
Riparato
Che un veicolo con l’uso si guasti è normale, sono fatti per rompersi, sono fatti per vendere i pezzi di ricambio.
Ma se si parla di riparato significa che ne è stato ripristinato l’uso secondo le specifiche del costruttore, proveniente da un danno importante, di estetica o meccanica.
Una riparazione non aumenta di molto il valore del mezzo, poiché il valore di base è da considerarsi a media usura, un eventuale valore aggiunto va calcolato sulla differenza di valore del particolare nuovo rispetto ad uno a media usura e non va considerata la manodopera in quanto è un beneficio che non porta un vantaggio per l’acquirente.
Adattato
Un tempo si usava trasformare artigianalmente una carrozzeria dismessa in una di utilizzo pratico, sovente un pick-up o un furgone chiuso. Dagli anni 70′ le leggi sono diventate più severe per quanto riguarda le trasformazioni e gli adattamenti e particolari veicoli rischiano di essere confinati in zone chiuse alla circolazione.
Costruito
D’accordo, la definizione è alquanto vaga, qualsiasi veicolo è stato costruito. Sono anni che mi interesso di motori ma non ho conoscenza di veicoli che crescono sugli alberi.
Allora intendiamo quei veicoli costruiti artigianalmente in esemplare unico, adatti alle competizioni o per usi singoli e particolari (come la ripresa di un film, per esempio).
Ricondizionato
Questa definizione s’addice a quei veicoli che sono stati smontati, puliti, riassemblati con cura e a cui sono state sostituite le parti soggette ad usura
Conservato
E’ una definizione che adatta ai veicoli con almeno trent’anni. Non ha senso parlare di conservato prima di questa decorrenza.
Si tratta di veicoli che non hanno mai subito restauri importanti, presentano le tracce del vissuto pur essendo ancora completi, pienamente funzionali ed esteticamente in buono stato. Se sono in cattivo stato sono “mal conservati”, ed è un’altra cosa.
So di non essere stato esaustivo, ma sono disposto ad ascoltare chi ha da suggerirmi altre definizioni e sarò lieto di classificarle ed eventualmente di aggiungerle alla lista.
🙂
Lo Zingaro