Il terrore di tutti gli aspiranti meccanici, quelli che iniziano ad occuparsi della manutenzione e della riparazione del proprio mezzo e si accingono per la prima volta ad intervenire sui comandi della distribuzione, è il commettere un errore nel mettere in fase l’albero a camme.
Aver smontato la testata o magari essere intervenuti sui comandi della distribuzione senza aver preso le dovute precauzioni può portare ad errori di rimontaggio che alterano il diagramma di distribuzione.
Il caso più frequente è quando, smontando la cinghia, l’albero a camme, spinto dalle molle delle valvole, ruota di alcuni gradi per assestarsi e all’atto del rimontaggio della cinghia nuova ci troviamo con la non corrispondenza dei denti tra cinghia e puleggia.
Può essere grave? A meno di non giocare alla roulette russa normalmente no. L’errore più grave che può capitare a chi abbia agito con un minimo di cognizione di causa e di criterio è sbgliare di uno o al massimo due denti.
A questo punto viene da chiedersi: “Come ci si può accorgere che il diagramma di distribuzione non è corretto?”
Innanzitutto è da sfatare la leggenda metropolitana che uno o due denti di scostamento della cinghia di distribuzione siano deleteri per il motore.
La massima alzata delle valvole avviene tra i 100 e i 115 gradi di angolazione dell’albero motore prima o dopo il punto morto superiore. Il che significa ad oltre metà corsa del pistone ossia quando è ben distante dalle valvole.
Quando il pistone è a punto morto superiore le valvole o sono chiuse o sono solo lievemente aperte e le tolleranze prudenziali utilizzate per scongiurare problemi dovuti allo sfarfallamento garantiscono un piccolo margine di disallineamento tra l’albero motore e l’albero o gli alberi a camme.
Un dente sulla puleggia dell’albero a camme corrisponde all’incirca a 8-9° di rotazione (puleggia di 40 denti=9°) che tradotti in millimetri di spostamento della valvola è una nullità, sopratutto all’inizio e alla fine del movimento.
La velocità di alzata della valvola è progressiva, raggiunge il suo massimo attorno ai 40° di rotazione dell’albero a camme dall’inizio dell’alzata.
Cosa accade quindi quando avviamo un motore con la fasatura falsata di uno o due denti?
Essendo la fasatura una variabile di funzionamento del motore questo varia la sua risposta.
Le opzioni più prossime sono:
- Buona risposta ai bassi regimi ma difficoltà a salire in alto
- Pessima risposta ai bassi ma grintoso e potente in alto
Il tutto in misura più o meno variabile in base a quanto scostamento ci sia.
Anticipando l’apertura della valvola si sposta il punto di massima alzata verso una fasatura più grintosa ma si perde ai bassi regimi.
Ritardando l’apertura il motore risponderà meglio ai bassi regimi ma avrà difficoltà a salire in alto.
Bisogna ovviamente aver presente com’era il comportamento originale del motore, come rispondeva ai comandi prima dell’intervento per poi sentire la differenza a lavoro eseguito.
Durante la prova, normalmente su strada in quanto non sempre è possibile capirlo quando il motore gira senza carico, si cercherà di notare se c’è uno scostamento di pretazioni tra il funzionamento normale e quello che si sta riscontrando.
Per assurdo, la risposta potrebbe addirittura risultare più piacevole con una fasaura non corretta ma lievemente scostata. Però, in questo caso, rischia di non rispondere più agli originali parametri di emissioni inquinanti per cui va comunque corretta.
Una volta capito che c’è uno scostamento tra il funzionamento “normale” è quello che abbiamo ottenuto non resta che tentare di correggere l’errore.
Smollato il tenditore si scala di un dente sula puleggia dell’albero a camme, in base al tipo di risposta si sceglie il senso di rotazione. In caso risultasse sbagliato, ossia il motore si scosta ancora di più verso la risposta indesiderata, si scosta di due denti nella direzione opposta.
In caso di doppio albero a camme si agisce su una puleggia alla volta. Se la risposta migliora abbiamo visto giusto, se peggiora riportiamo la prima puleggia nella posizione precedente e agiamo sull’altra.
In caso trovassimo più posizioni che rispondono ai parametri originali (non sempre la sensibilità del collaudatore riesce a percepire le differenze di scostamento di pochi gradi) non ci rest che provare l’analisi dei gas di scarico e tenere valida la posizione che risulterà meno nociva.
Lo ZIngaro
Una risposta a "Dubbi sulla messa in fase dell’albero a camme"