Subito si viene avvolti dal sedile che non lascia modo di agitarsi ( …la miglior camicia di forza), una piccola sistemata per avere una posizione corretta e uno sguardo agli strumenti.
Già al minimo il canto del V10 sembra una pentola in ebollizione; a soli 1000 giri ci sono 5000 combustioni al minuto contro le 2000 di un 4 cilindri, sembra sempre un minimo accelerato.
Mi accingo a muovermi.
Manca la frizione, piede sul freno e un dolce tocco alla levetta a destra del volante innesta la prima. Si molla il freno e si accelera, dal rumore che fa sembra di essere degli imbranatissimi bruciafrizione (l’esperienza sugli autocarri insegna a dare un “innesto dolce” e a muoversi con un minimo di giri) ma è tutto normale, ci pensa l’elettronica a tenere le cose a posto.
Il volante è dolce ma non morbido, un’ottima taratura che fa “sentire” l’auto nelle mani.
Fuori dalla pit-lane si comincia a prendere confidenza con i comandi. L’uso delle leve al volante richiede un po’ di esercizio e di attenzione.
Il primo errore che si fa è quello di cambiare troppo presto (effetto V10), nessun problema, l’auto in verità è molto dolce, solo si perde un po’ di emozione da accelerazione Lamborghini.
Per inserire la marcia superiore è necessario alleggerire un po’ il pedale dell’acceleratore (oltre a toccare la leva di destra), poi però l’auto scorre leggera e docile.
All’accostamento alla prima curva si impara a sentire i freni; decisi e tenaci, si sente il Grip sia delle pinze che dei pneumatici. Lo scalare di marcia è accompagnato da un “punta-tacco” automatico (a dire il vero per i puristi della guida è un po’ un boccone amaro). Il volante risponde con precisione e accompagna l’auto in traiettoria quasi con grazia. I tornanti si affrontano agevolmente in seconda con un lieve stridio di gomme.
Waw!!
Le leve del cambio fisse al piantone (e non mobili col volante) danno qualche problema nel cambiare in curva, ma con una guida attenta: cambi di marcia in rettilineo e scelta del giusto rapporto, si percorre bene tutta la curva, grazie anche alla pronta ed elastica risposta del motore e alla capacità di sfruttare un largo range di giri (La Gallardo ha un motore a corsa lunga, poco versato per gli alti giri ma docile ai bassi e ai medi).
Un paio di giri così e poi fermi ai box. Piede sul freno, un movimento simultaneo delle leve Up e Down del cambio per farla entrare in Neutral e freno a mano. Pronti per (mannaggia!) scendere.
Lo Zingaro.
2 risposte a "La prova di guida della Lamborghini Gallardo"