Lubrificazione a carter secco

L’impianto di lubrificazione è una parte fondamentale per il funzionamento del motore, come sa benissimo chi legge queste pagine l’olio agevola gli scorrimenti ed asporta gran parte del calore prodotto.

Il raffreddamento del lubrificante si ottiene facendo lambire il fluido a pareti più fredde in modo che ceda il suo calore e ritorni in circolo ad una temperatura più ragionevole. Questo compito è normalmente demandato alla coppa dell’olio, che, posta al di sotto del propulsore ed esposta alla circolazione di aria assolve egregiamente il suo compito.

Questo “contenitore” occupa un certo spazio, normalmente di almeno tre litri, e deve stare -in base alla tipologia di veicolo sul quale è montato il propulsore- ad una certa altezza da terra; che può andare dai 5-6 centimetri per un autoveicolo da pista, ai 15-20 per un veicolo stradale e oltre per un veicolo adeguato ad impieghi fuoristradistici.

Considerando che la stessa vasca di raccolta deve essere concentrata in verticale, in modo di concentrare il lubrificante attorno al pescante della pompa (che troviamo nella parte più bassa della coppa), per evitare che questo si trovi ad aspirare aria in una curva impegnativa così come in accelerazione o frenata. A causa di ciò ci troviamo anche ad avere il motore posto molto in alto.

Se questo risulta certamente comodo per controllare il livello dell’olio al mattino è anche vero che ne patisce la posizione del baricentro del veicolo con forti ripercussioni sui trasferimenti di carico.

Con l’eliminazione della coppa dell’olio si può ottenere un importante abbassamento della posizione del motore e con esso il baricentro del veicolo.

Questo è certamente il vantaggio principale, considerando che il motore di un’utilitaria ha già un peso che si aggira attorno al corrispettivo di un uomo adulto e spostare una massa così rilevante qualcosa come una ventina di centimetri più in basso fa’ certamente la differenza.

Vediamo ora come funziona il sistema di lubrificazione detto “a carter secco”.

Tolta la coppa di grandi dimensioni va posizionato un sistema di raccolta dell’olio espulso dal circuito del motre. Una sorta di imbuto che canalizzi il lubrificante in un circuito di ritorno.

In questo circuito viene inserita una pompa che ha il compito di aspirare tutto il lubrificante che cade nel basamento, ma siccome per effetto della forza centrifuga e per la forza d’inerzia non sempre il lubrificante si trova tutto nel punto di raccollta, la pompa si trova sovente ad aspirare aria. Per questo motivo la pompa di svuotamento deve avere una portata decisamente maggiore della pompa che manderà il lubrificante nel circuito.

In questo modo però aspira anche molta aria generando una depressione molto forte all’interno del blocco motore. Se pure una certa depressione è necessaria è anche vero che non deve essere eccessiva.

Vedremo in seguito come ovviare a questo inconveniente.

Prelevato l’olio dal raccoglitore la pompa lo invia ad un serbatoio posto in disprte che provvede a disaerare il lubrificante e a raccoglierlo per convogliarlo verso la pompa di pressione al circuito di lubrificazione.

Tra la parte alta del serbatoio e il blocco motore va inserito un collegamento per il passaggio dell’aria che permette di bilanciare la pressione a monte e a valle della pompa di svuotamento.

Sia per mantenere una certa depressione, sia per rispondere alle normative sul controllo delle emissioni va anche mantenuto il collegamento tra il blocco motore e il condotto di aspirazione per l’evacuazione dei vapori d’olio.

In questo circuito esterno al blocco motore viene comodo, essendo praticamente obbligatorio, inserire un radiatore per la regolarizzazione della temperatura.

Come svantaggi all’applicazione del sistema a carter secco abbiamo certamente l’aumento di complessità dell’insieme e una perdita di potenza dovuto all’azionamento della seconda pompa. Al che si agginga che talvolta lo scuotimento del lubrificante all’interno della coppa può essere il modo per portare il lubrificante in punti dove il circuito di pressione non arriva.

Molti motori motociclistici, se pure non soggetti a problematiche dovute ai trasferimenti di carico, per contenere ingombri, dimensioni ed essere posizionati più in basso sono a carter secco.

Lo Zingaro

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