Mi hanno chiesto, in corrispondenza privata, dove prendere le informazioni per lavorare bene, sia nel proprio box di casa sia in un’officina aperta al pubblico.
Naturalmente il discorso è ristretto nel campo tecnico/motoristico, la parte che mi riguarda in quanto ci sono dentro. Come si dice in questi casi, “vi parlo di casa mia”.
Ci sono sostanzialmente due strade più una.
La prima strada è quella dei corsi, delle scuole. Se pure è vero che io stesso ho frequentato un corso questo è accaduto molti anni fa e su corsi e percorsi scolastici di oggi non sono sufficinetemente informato per parlarne.
Ci sono, ho avuto modo di dialogarne con un amico, sono ottime per iniziare, per fare un salto di qualità in breve tempo e nella giusta direzione ma ovvimente non si tratta di un percorso completo.
Innanzitutto il corso deve essere appetibile per la maggioranza delle persone (almeno quelle in target) e valido ad ampio raggio di settore. Sia per un meccanico generico, sia per un’officina evoluta che magari ama essere in competizione, sia per chi ha la passione della conservazione e del restauro, sia per chi ambisce al massimo livello della sportività e dell’ingenieria prestazionale.
Ovviamente non sarà specifica per nessuno di questi campi ma indicativa e indirizzatrice per gli stessi.
La seconda strada è quella dell’editoria. Le riviste motoristiche, come il materiale recuperabile in rete (compreso questo blog), è il modo di recepire le informazioni a livello superficiale. Ma questo deve essere un trampolino di lancio verso informazioni più consistenti da prendere sulle pubblicazioni editoriali impegnative. Sui libri.
I libri sono l’università di chi non può iscriversi a scuola e su questi mi soffermo un po’ di più in questo articolo.
Rispetto alle scuole e ai corsi hanno alcuni vantaggi:
- inizialmente hanno un costo più abbordabile
- Si possono leggere in ogni momento
- Libro dopo libro ci si orienta nella direzione che fa più al caso nostro
- Sono senza scadenza
- Si può interrompere e riprendere lo studio in ogni momento
Per contro hanno anche degli svantaggi:
- la libertà di usufruizione rischia di far abbandonare lo studio
- Il non avere obblighi al di là della propria costanza e del proprio impegno porta a posticipare l’evoluzione
- Dopo alcuni acquisti si rischia di entrare in possesso di doppioni informativi. Libri diversi, di autori diversi, di case editrici diverse, che trattano gli stessi argomenti nello stesso modo
- Libri pesanti e noiosi che dopo poche pagine fanno venire voglia di mollare i motori e di comprarsi una Barbie con il cavallino e gli abitini da principessa. Credetemi, ci sono e li ho anche letti (e mi sono sentito attratto dal negozio di giocattoli)
Sia chiaro, tutti i libri, sia i doppioni che i noiosi, insegnano qualcosa, contengono informazioni. Il solo fatto che siano espresse ed elencate in modo diverso aiuta ad aggredire un argomento da più angolazioni e questo contribuisce alla comprensione e all’evoluzione dello studente.
Ora, non potendo citare i titoli e gli autori pro Barbie per evitare problematiche legali evito anche di citare titoli e autori validi. Per due motivi: primo perché non mi pagano per fare pubblicità (se devo fare pubblicità la faccio ai miei che sono un condensato dei loro), secondo perché non li ho letti tutti, quindi non ho una panoramica totale con cui esprimere una valutazione.
Immaginate un possessore di sole Fiat e Volkswagen, cosa potrebbe dire di una Volvo?
Però posso percorrere la mia esperienza e dare delle indicazioni su come muoversi in una libreria.
Intanto diciamo che in italiano abbiamo prevalentemente testi scolastici. I testi tecnici di lettura scorrevole e i testi pratici sono decisamente pochi e i testi scolastici sono prevalentemente noiosi. Fatti proprio per chi è costretto sotto minaccia a leggere, non certo per chi cerca il piacere nella lettura.
Ma se ci rivolgiamo al mercato estero, sopratutto inglese e americano, allora il discorso cambia totalmente.
I testi angloamericani sono pratici, abbastanza completi e facilmente fruibili, grazie al diverso rapporto che i popoli anglosassoni hanno con i motori. Presentano un solo gravoso problema (almeno per la maggioranza degli italiani): sono scritti in inglese, per cavare un ragno dal buco bisogna studiare le lingue, ma credetemi; vi si apre un mondo, ne vale certamente la pena (considerando poi che evolvendosi in campo motoristico l’inglese è d’obbligo).
Non resta che acquistare qualche libro e iniziare. Ovviamente si parte da libri di carattere scolastico a indirizzo tecnico (ok, si dovrebbe partire dall’ABC; libri sulla manutenzione e sulla semplice tecnologia, come il mio manuale. Ma mi sembrava di essere troppo sfacciato, partiamo da uno scalino superiore), cose da medie superiori per poi approfondire con testi di carattere ingenieristico e più specifico (in base all’indirizzo del momento).
Molti di voi penseranno anche agli e-book e ai formati digitali. Personalmente li trovo poco fruibili, provo ancora uno sviscerato amore per il formato cartaceo. Ma se avete il dono di riuscire a leggerli aprofittatene pure per avere le informazioni sempre a portata di mano.
Abbiamo parlato di due più una, l’una è….
La pratica.
Sia che perseguiate un percorso di tipo scolastico, sia che preferiate rivolgervi all’editoria almeno un 10% (minimo sindacale) deve essere uno sporcarsi le mani, smontare riparare/modificare e rimontare. Se praticate su un mezzo del quale dovete rispondere meglio ancora; sarete incentivati a riuscire. Anche se ad un amico ho consigliato di procurarsi un motore di scarto da un meccanico o da uno sfasciacarrozze e fare pratica di smontaggio/montaggio, cercando di capire come sono fatti i vari componenti e come funzionano.
Le mani sporche d’olio sono poco eleganti ma non sono una vergogna. Il sapere passa anche dall’usare le mani.
Quindi: se siete votati all’ingenieria e allo studio vi ci vuole un po’ di pratica, ma anche se siete immersi nella pratica non tralasciate, trascurate o sottovalutate lo studio. Chi dopo otto ore di officina non passa un’ora sulla carta non può definirsi completo.
Lo Zingaro