Due cavalli, un toro e una giumenta

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E’ già difficile fare un giro di prova su una supercar, figuriamoci due.

Ma lo Zingaraccio vostro è ostico, lui va oltre.

Non ne bastano nemmeno tre e si spinge a quattro e per rendersi la vita difficile le prova sul bagnato.

E nell’ordine sono:

Ferrari 458 Italia

Ferrari F430 F1 Scuderia

Lamborghini Gallardo

Porsche 996 GT3

Lamborghini e Porsche erano già state provate (qui e qui), ma sull’asciutto, per cui vi rimando ai precedenti articoli.

Ma veniamo al sodo: facciamoci il sedile e trattiamo l’esito della prova.

Ferrari 458 Italia

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Belva piena di grinta; l’eletronica la fa da padrona.

Senza controllo di trazione sul bagnato sarebbe ingestibille, a meno di non aver fatto un corso di accelerazione dolce.

Dall’alto del suo V8 da 570 cavalli a 9000 giri, se lasciata libera fa ruotare le ruote in base alla posizione del pedale dell’acceleratore, in modo totalmente indipendente dall’aderenza dei se pur corposi pneumatici.

E se l’asfalto è bagnato….

A prova di errori e per lasciare al pilota la mente libera, anche la scalata è controllata elettronicamente.

Giunta ad un minimo di giri, se non si è già intervenuti sulla paletta, in frenata passa immediatamente alla marcia inferiore, lasciando al pilota il motore pronto con sufficente coppia per ripartire più velocemente possibile.

Ferrari F430

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Anche questo un V8 ma con “soli” 490 CV che comunque fa provare il piacere di guidare una Ferrari. Anche con l’aiuto degli ausili elettronici è sempre una “Rosa di Maranello” che ci avvolge nel suo abitacolo, ci accoglie nel suo sedile ed è l’estensione delle nostre braccia e delle nostre gambe.

Qui la scalata è ancora manuale e il punta-tacco è gestito elettronicamente garanendo una decelerazione senza sorprese.

Lamborghini Gallardo

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E’ la più docile, la più sincera.

Grazie ad un telaio relativamente morbido e le 4 ruote motrici è quella che infonde maggior sicurezza una volta posizionati al volante, il che fa di lei la Supercar adatta ai neofiti (se sanno tenersi a freno).

Il V10 di Sant’Agata è docile già ai bassi ma è facile pensare di essere alti di giri già al minimo, proprio per il generoso frazionamento al quale pochi sono abituati.

Ad ogni giro di rotazione dell’abero motore avvengono 5 combustioni, mentre in un comune 4 cilindri ne avvengono 2. Il che crea qualche incomprensione per chi esegue la cambiata a orecchio.

Porsche 996 GT3

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Giumenta indomabile.

Cruda, rozza, selvaggia. Solo per uomini veri.

Priva di ogni ausilio elettronico va dosata in accelerazione, frenata, cambiata e sterzata.

Come nella prova precedente al primo accenno di movimento gli ho spento il motore ma questa volta ho corretto subito il tiro e la ho trascinata in pista.

Non consente errori. Un filo di gas in più e ci si ritrova contromano.

Se non si ha la capacità di comandarle la perdita di aderenza al posteriore e anticipare adeguatamente il controsterzo, l’out-board al retrotreno parte per una incontrollata tangente facendo perno sulle ruote anteriori.

Nella vita si può essere pronti a tutto… tranne che ad una Porche preparata da gara sul bagnto.

Conclusioni

Ferrari fa fede al suo blasone e non delude i suoi sostenitori.

Se pure con un carattere diverso le due vetture soddisfano le aspettative.

Bella impugnatura del volante, chiaro e leggibile il dispaly della marcia inserita e amplie e comode le palette del cambio.

Lamborghini è forse più versata all’eleganza. Difetta di palette del cambio piccole che richiedono un breve periodo di adattamento in quanto sono confondibili con le ormai consuete e normalizzate leve degli indicatori di direzione e tergicristallo.

Il display della marcia inserita è forse poco visibile e necessita di farci l’abitudine ma infondo la si guida bene a orecchio.

Porsche è da sempre sinonimo di competizione, il motivo lo si comprende appena si rilascia la frizione (ok, se non si spegne il motore intendo).

Nessun controllo trazione, se è in dotazione al tuo piede bene, altrimenti torna alle tue abitudini.

L’acceleratore va dosato  anche in rilascio e il conoscere la manovra del punta-tacco è addiritttura indispensabile per evitare reazioni scomposte.

Se vuoi sapere in che marcia sei devi sapere dove hai lasciato la leva (non guardare dov’è, non ti puoi distrarre dalla strada), non puoi giustificare dicendo che la roba la mette via tua madre e non sai dove la mette. Sei tu che posizioni la leva, sei tu che vuoi “quella” marcia, ed è per questo che devi sapere cosa vuoi dalla Porsche e sapere come ottenerlo.

E’ delle quattro, senz’altro quella che ti fa sentire più “vivo”, più presente.

Sostanzialmente emozioni forti, seppure differenti comunque piacevoli da qualsiasi parte le si osservi.

Data la differenza di caratteri è impossibile stilare una classifica imparziale, il giudizio e la valutazione la si lascia al gusto personale, dove ognuno ha ragione.

E adesso, chi di voi non vorrebbe avere due cavalli, un toro e una giumenta nella propria stalla?

Lo Zingaro.

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